Cliccando sul pulsante "Accetta tutti i cookie": l’utente accetta di memorizzare tutti i cookie sul suo dispositivo.
Cliccando su "Impostazioni cookie": l’utente sceglie le tipologie di cookie che saranno memorizzate nel suo dispositivo.
La chiesa di S. Agostino e il suo monastero sono documentati fin dal XII secolo. In origine intitolata a Sant’Antonio Abate, manifesta nei suoi caratteri costruttivi la transizione dallo stile romanico a quello gotico. Il campanile del secolo XV, cuspidato con decorazione ad archetti ciechi, è attribuito all’architetto e scultore veneziano Marino di Marco Cedrino. Il portale del XIV sec. è voltato a tutto sesto e nobilita la semplice facciata della chiesa. Lo strombo è percorso da fasci di colonnine di marmo rosa, mentre la centina realizzata in laterizio ha la ghiera esterna articolata in quattro profili sporgenti che recano impressi motivi vegetali. Del portale laterale, forse chiuso in occasione del restauro settecentesco, rimane la centina in pietra e laterizio. La ghiera è percorsa da archetti ciechi che formano una elegante raggiera sormontata da un tralcio di vite con grappoli d’uva. Alla sommità dell’arco una lastra di pietra reca scolpiti a bassorilievo due armi gentilizie non identificate e la Vergine in trono. L’interno della chiesa a navata unica, presenta una ricca ornamentazione rococò in stucco, probabilmente eseguita nei primi anni del XVIII secolo, da Gioacchino Varlè. In controfacciata l’organo settecentesco costruito dal veneziano Gaetano Antonio Callido, restaurato e funzionante. Gli altari laterali posti sui fianchi della navata sono abbelliti da preziose pale d’altare tre delle quali firmate dal pesarese Pietro Tedeschi che le realizza nei primi decenni dell’Ottocento. Un dipinto raffigura l’Elemosina di S. Tommaso da Villanova, un altro S. Nicola da Tolentino e le anime purganti e un altro ancora è dedicato alla Madonna della cintola. Dietro l’altare principale, a guarnire l’abside, un bel coro ligneo ottocentesco e la grande tela datata 1770 e firmata da Filippo Conti che rappresenta S. Agostino che scrive la Regola ispirato da S. Antonio Abate. La chiesa chiusa al culto e restaurata negli anni ’80, oggi è proprietà comunale, adibita a sede espositiva e auditorium.
L’adiacente convento agostiniano venne trasformato in scuola pubblica nel 1935 dall’allora Podestà conte Pier Alberto Conti e ancor oggi è sede della Scuola Elementare dell’Istituto Comprensivo S. Agostino.